Nel 1780, un gruppo di nobili e borghesi di Amelia si riunì per costruire un nuovo Teatro, desiderando promuovere la cultura nella fiorente città. La congregazione di fondazione si tenne il 23 febbraio 1782, presieduta dal Marchese Orso Orsini, e parteciparono i primi 25 soci. Le fonti divergono sulla direzione dei lavori, attribuendola all’architetto Giuseppe Mattei di Roma o al Conte Stefano Cansacchi di Amelia, noto anche oltre i confini dello Stato Pontificio. È possibile che Cansacchi abbia collaborato con il giovane Giannantonio Selva, che successivamente realizzò il famoso Teatro “La Fenice” a Venezia.
Nel corso dei due secoli di vita del Teatro, sono stati effettuati numerosi interventi di restauro e ammodernamento. Nel 1823, fu aperta una fossa orchestrale per ospitare un complesso strumentale, in conformità con le esigenze delle nuove opere liriche. Nel 1866, furono realizzati sei nuovi palchi di proscenio, portando il totale a 50, distribuiti su tre ordini. Durante gli anni tra il 1880 e il 1886, furono eseguite vivaci decorazioni liberty, inclusi affreschi sul soffitto e nella sala di sosta, opera dell’artista perugino Domenico Bruschi.
Il Teatro conserva ancora strutture e meccanismi scenici settecenteschi in legno, che sono ancora perfettamente funzionanti. Il Ministero dei Beni Culturali ha dichiarato il Teatro monumento di particolare interesse storico ed artistico. Di proprietà della Società Teatrale, il Teatro Sociale ha ospitato le più grandi opere del repertorio lirico italiano ed europeo, con la partecipazione di rinomati interpreti. Inoltre, l’ampio palcoscenico è stato spesso utilizzato per riprese cinematografiche, includendo 42 film e sceneggiati televisivi famosi, come “Le avventure di Pinocchio” di Luigi Comencini con Nino Manfredi (1972) e “Il Marchese del Grillo” di Mario Monicelli con Alberto Sordi (1981).