Macchie, situata a un’altitudine di 552 metri, è un caratteristico insediamento ubicato in una zona montana, dove le tradizioni dei cacciatori e dei boscaioli sono ancora vive. Menzionato nei documenti d’archivio come l’antico “Castrum Machiae” (o “Maclis”), il suo nome deriva dai rigogliosi boschi che la circondano. La storia di Macchie è strettamente legata agli eventi di Amelia, della quale è stata un importante possedimento per l’approvvigionamento di legname.
A causa della sua posizione geografica al confine tra i territori soggetti al dominio del Comune di Todi e quelli controllati dalla casata dei Liviani di Alviano, Macchie ha subito numerose distruzioni nel corso dei secoli.
La leggenda narra che l’imperatore Federico Barbarossa si fermò su questa collina, interrompendo il suo cammino verso Roma, che all’epoca era devastata da un’epidemia di peste. Del vecchio castello sono rimasti alcuni tratti delle mura, una parte del torrione angolare e l’arco d’ingresso al borgo. La vecchia chiesa parrocchiale, dedicata a San Nicola di Bari, è stata radicalmente ristrutturata negli anni Trenta del Novecento, alterando così le sue strutture architettoniche originali. Appena fuori dal paese si trova la chiesa conosciuta come Madonna del Colle.